Accendilo tu questo Sole che è spento

sabato 6 febbraio 2010



Capita di svegliarsi una mattina con una canzone in testa.

Capita che non sia proprio una canzone che hai in testa, ma una frase. E' che quella frase sia un mini sistema planetario, in cui le parole di complemente girano intorno al proprio Sole...

E' che, per scelta, sia ormai in vigore una nuova equazione nella tua vita:

Avere sete : bere = avere voglia di un tattoo : tatuarsi

E così, sfidando la realtà che ti si palesa sotto gli occhi, cioè che la posizione che hai scelto (deltoide sinistro) per fare emergere il Sole dalla tua pella, cominci a incidere...

E gli occhi non sono solo illuminati, ma anche storti dalla fatica... ci sono punti in cui vai alla cieca, cerchi di prendere un riferimento e affondi l'ago, "ché tanto male che vada allargo la linea e viene bene comunque"...

Una amica assiste ammirata all'automartirio, divertita finanche. Non mi stupisce, è mia compagna di follia per quello che riguarda l'inchiostro.

Il Sole lo concepisco a 13 punte, e non so bene perché, a intuito. Sicuramente voglio sfuggire alla consuetudine dei 12 raggi, che mi sa anche troppo di orologio.

Non voglio una misura del tempo, voglio solo rendere tributo a una fonte di energia.

Ok, avrei potuto tatuarmi un pannello solare, ma non è di quell'energia che parlo.

Dentro il simbolo dell'Aum, o Ohm, Om... fate voi. La vibrazione primordiale dell'Universo.


Io non c'ero.

Ma mi piace pensare che qualche scossa arrivi ancora. Anche a me.

E via, si dia inizio alla danza dell'ago inchiostrato. La pelle sembra ritrosa. Accoglie ma con vago sospetto, ma poi capisce: questo non è un Sole feroce, da arsura nel deserto.

E' un Sole amico.

E luce sia.




06 Febbraio 2010

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