In principio era la cotenna

sabato 16 gennaio 2010

Ho intrapreso un viaggio, e non so dove mi porterà.

E forse, in questo momento, non muoio dalla voglia di saperlo.

Mi basta lo scuotimento dell'andare, sentire le curve, sentire i miei propositi che accelerano prima che il mio corpo reagisca, come quando parte l'autobus e tu rimani fermo per qualche istante prima che il tuo moto si accordi...

Ma non miro all'inerzialità, perché il bello di questo viaggio è proprio questo: sono insieme viaggiatore, bigliettaio, treno, locomotiva e conduttore.

Lo so, suona vagamente impegnativo, ma finora sembra venirmi tutto naturale... e dopo l'impegno nel mettere il carbone nella fornace, nell'assecondare le curve, nell'accelerare in pianura e frenare in discesa... posso permettermi il lusso di sedere dentro il mio vagone, distendere le gambe sul tavolo e... godermi il paesaggio.

Il viaggio prevederebbe, come meta finale, diventare un tatuatore.

E questo pezzo di cotenna è il primo paesaggio che è passato davanti al mio finestrino.

Cara cotenna, ti ricorderò per sempre... ti sia lieve l'inchiostro.






16 Gennaio 2010

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